venerdì 28 settembre 2018

Un Piano per il verde di Napoli: La proposta di Gente Green

Napoli ha urgente bisogno di un Piano del verde, propedeutico alla redazione di un  Piano industriale, documento esecutivo che interpreterà la risorsa arborea cittadina e metropolitana come una grande risorsa economica territoriale.

Una infrastruttura per la città, per la salute dei cittadini e per la qualità della vita; un'opportunità  per esaltarne la Bellezza, per riqualificare il paesaggio, per ridurre le temperature nei mesi estivi, per contrastare le bombe di calore, per ridurre i livelli delle polveri sottili; per generare iniziative associative e imprenditoriali, lavoro stabile e di qualità.
Tutto ciò potrà essere a costo zero per l'Amministrazione cittadina e metropolitana e per le Comunità.
Proviamo a tracciarne gli elementi essenziali.





L' Azione portante

L'idea strategica, nonché slogan per la comunicazione, sarà:
Piantiamola! Una visione green per la città del terzo millennio.

Si tratta di lanciare un Grande progetto per dotare la città di un importante stock di verde urbano che integri l'esistente. Un Progetto capace di fornire una grande quantità di ossigeno alla nuova città.
Per far questo, andando anche oltre la legge Rutelli, si punta a porre a dimora, in attuazione di un sistema di progetti qualificati e integrati, un'essenza arborea o arbustiva per ogni cittadino della città di Napoli.  
Un imponente Piano per la corretta messa a dimora e per la migliore gestione nel tempo di circa un milione di nuove essenze arboree e/o arbustive per la città di Napoli e di oltre due milioni e mezzo di esemplari per la città Metropolitana. 
Per ossigenare e per esaltare il paesaggio della “Baia di Napoli” rigenerando e restaurando paesaggisticamente la soffocata cintura rurale degli antichi casali agricoli.   

Il progetto di Piano, da presentarsi nell'ambito di un Progetto europeo, ad esempio un LIFE Natura, sarà redatto sulla base delle Linee guida per il verde urbano già redatte dal Coordinamento per il verde di Napoli e fatte proprie dall’ Amministrazione comunale anche sulla scorta di questo Documento integrativo.

Il primo Documento ha tracciato le linee del COSA  fare.
Questo contributo si pone il problema del COME fare dal punto di vista tecnico, partecipativo, finanziario e gestionale.

La Procedura
I Documenti di riferimento saranno:
- Censimento del verde della Città di Napoli
- Per un Piano del verde    - Normativa tecnica, Finanziaria e Gestionale
Documento di Orientamento Strategico (DOS)

Progettazione del Piano del verde  
Fonti finanziarie:  Bilancio comunale; progetto LIFE

Piantagione
Finanziamenti:
Crowdfunding. Raccolta diretta fondi presso la cittadinanza (con banchetti sul tema): Un albero per ogni cittadino.
Programma Life. Fondi comunitari.
Bilancio comune di Napoli.
Fondi POR 2020 Obiettivo specifico.



Piano di gestione:     progetto LIFE
Idea strategica:
Punto Linea Superficie

La Forma del Piano del verde dovrà costituire l'ossatura della rete ecologica cittadina.
Potrebbe essere riassunta con l'immagine suggerita dal celebre motto di Kandinsky: 
“Punto, linea, superficie”.
Per punto si intenderà il progetto del verde per una piazza, per il giardino di un edificio pubblico,  per il verde attrezzato di quartiere, per un edificio scolastico, la messa a dimora di un esemplare isolato di grandi dimensioni etc, etc.
Per superficie si intenderanno i grandi accorpamenti di verde dei Parchi e dei Giardini urbani, dell'Orto Botanico, della vigna San Martino, del parco Virgiliano. Il verde di terzo paesaggio delle grandi aree dismesse che già così come sono oggi possono essere intese come Parchi avendo la Natura già di fatto reinsediato l'area con essenze autoctone, coerenti, robuste e anche economiche nella gestione dei declivi collinari (si fa riferimento, ad esempio, a una grande parte di Bagnoli o ai grandi isolati ex industriali di Napoli est).
Per linea, si intendono i grandi viali urbani, i giardini lineari, i costoni tufacei a forte declivio, le scale, le piste ciclabili... insomma, tutti gli elementi  lineari di interconnessione urbana.
È l'insieme di tutti questi elementi che andrà a rafforzare lo specifico carattere della parte urbana e a raccordare le singole aree, i punti e le superfici,  armonizzando, per far diventare il tutto un sistema, i tantissimi interventi anche quelli micro dei singoli cittadini.

Sarà un vero Piano del verde, valido da un punto di vista naturalistico, ecologico, igienico e paesaggistico.
Sarà l'insieme di queste parti che, andando a incidere sui diversi quartieri che concorrono a formare la città, garantirà la quota di ossigeno, mitigherà i rumori creando barriere fono assorbenti naturali, abbasserà la quantità di polveri sottili prodotte dalla metropoli.

Il Progetto

Il Progetto sarà fortemente partecipato.

Particolare cura dovrà essere investita, nella fase di Progetto, nella coerenza col carattere della singola parte urbana interessata e dei nodi di interconnessione; nella giusta e appropriata scelta delle essenze, della composizione dei viali e dei giardini con l'attenta  alternanza di essenze spoglianti e sempreverdi nonché di essenze colorate che attecchiscono e fioriscono naturalmente nella città di Napoli.

Nella sistemazione degli elementi di arredo dei Parchi e dei Giardini si terrà conto della Normativa tecnica per i parchi e i giardini della città. 


Il disegno di PIANO

Il Piano, con e l'enorme quantità di essenze arboree piantate nel centro storico e nella nuova città metropolitana secondo un progetto ben definito paesaggisticamente, architettonicamente, da un punto di vista agronomico e sanitario etc. etc, costituirà il grande disegno fondativo della città metropolitana.
Una griglia verde, una Rete ecologica da sovrapporre alla struttura urbana novecentesca. 
Un Sistema di segni di particolare importanza per la nuova città metropoli della baia di Napoli e per il sistema dei Casali. 
Un sistema forte e complesso paragonabile all'impianto delle città di fondazione, al tracciamento degli isolati, al disegno delle mura, del sistema degli edifici pubblici.
Sarà il sovrapporre alla città del XX secolo la rete ecologica e paesaggistica del terzo millennio, il sistema di alberature e di edifici della smart city del 2030. 
Punti, linee, superfici verdi trasformeranno la città. 

Il modello urbano a cui fare riferimento può essere ricondotto al sistema di edifici, allineamenti e parchi che ideò Ferdinando Fuga per restituire il nuovo paesaggio alla città-capitale illuminista di re Carlo III: l'Albergo dei Poveri, i Granili, il Cimitero delle 366 fosse, il Ponte della Maddalena, il riallineamento di via Nuova Poggioreale, il nuovo grande molo nel Porto con la grande lanterna (ora  molo san Vincenzo) etc, etc.

Il ruolo delle aree agricole metropolitane.
Le aree agricole della città metropolitana rappresentano già da oggi, a detta dell'agronomo Antonio Di Gennaro, più del 60% della produzione agricola della Campania. Una realtà produttiva di grande valore.
E quindi forniscono sicuramente un importante apporto in termini di ossigeno alla città.

L'agricoltura urbana potrebbe estendere enormemente le aree di sua competenza riempiendo i vuoti delle aree dismesse dall'industrializzazione, andando a colonizzare tanti interstizi strappandoli all'abbandono in virtù della solidità del settore maturata negli ultimi anni e della grande domanda proveniente dalla densità abitativa dei tre milioni e mezzo di abitanti della città metropolitana. 
Sviluppando, tra l'altro, importanti Politiche di collaborazione per lo smaltimento dell'organico o per la formazione ambientale dei nuovi cittadini metropolitani attraverso Parchi urbani e Masserie didattiche; o ancora partecipando a forme innovative ed ecosostenibili di svago, di enogastronomia e all'ospitalità alternativa attraverso lo sviluppo di una fitta rete di agriturismi urbani. 
Costituendo importanti Centri agricoli produttivi intorno a produzioni preziose vinicole con i famosi DOC campani o con le produzioni arboree di agrumi e di mele albicocche, pesche di altissima qualità; o ancora recuperando la straordinaria produzione di pomodori San Marzano o cultivar antiche e preziose sviluppate nel settecento nei giardini delle ville e dei palazzi della nobiltà meridionale accentrata nella capitale e conservatesi, perché dimenticate, nei meandri e nelle pieghe degli orti e dei giardini urbani dell'odierna metropoli.
  
La GESTIONE

Il Progetto generale di questo Grande sistema arboreo e agricolo urbano dovrà essere parte integrante di un Grande progetto di gestione da redigere congiuntamente al Piano del Verde e a un piano e a un cronogramma strategico di piantumazione. Ma, soprattutto, e questa è davvero un'innovazione, a un vero e proprio Progetto industriale per la gestione del verde.

Questa enorme quantità di essenze agricole e arboree, infatti, sarà ragione della produzione di tonnellate e tonnellate di legno; ragione prima e alimento per la messa in funzione di un ciclo per la produzione di BIOMETANO e di COMPOST.

Il biometano e il compost

Le potature stagionali di riarmonizzazione e i tagli strategici, lungi dal diventare elementi traumatici per le essenze se gestiti singolarmente, estemporaneamente e scorrettamente, diventeranno così, invece, un normale ciclo di produzione industriale capace di rendere la manutenzione e la gestione del verde urbano e metropolitano totalmente autofinanziata.
La rete ecologica sarà come la rete elettrica e la rete dell'acqua. 
Avrà senso e ragione d'essere la nascita di una Società Pubblica per la gestione del verde urbano e metropolitano così come esiste la Società ABC per l'acqua pubblica napoletana e, perché no, in futuro una Società per la gestione della rete elettrica delle energie rinnovabili urbane.
  
È evidente infatti che il Progetto di Piantumazione della città, con punti, linee e  superfici verdi, dovrà essere sempre misurato rispetto alla sostenibilità e alla convenienza produttiva, parziale e complessiva. Perciò deve essere ben chiaro che la piantumazione non sarà solo un'operazione paesaggistica per la bellezza o la salubrità, ma sarà anche, forse soprattutto, un'operazione economica e finanziaria. 
Si tratta dunque di immaginare, disegnare, creare  e lanciare un'Impresa Pubblica capace di fornire risorse alla città attraverso una gestione moderna e intensiva del verde, sorretta da un Piano industriale capace di controllare in ogni momento il rapporto costi-benefici economico finanziari, senza trascurare tutte le altre componenti ovvero i costi e i benefici per i cittadini e per la città che costituiscono un enorme ritorno indiretto, in termini di salute e di felicità, ancora difficilmente quantizzabile.

Il capitalismo naturale e la gestione industriale virtuosa

L’economia circolare è virtuosa e si basa sull’adeguata conservazione della materia.
La materia naturale nei cicli naturali, produce di per sé “economia circolare”.
Un corretto piano per la gestione virtuosa del verde dovrà avere la capacità di capitalizzare la materia e di svilupparne adeguatamente le potenzialità.
Attraverso impiantistica infrastrutturale pianificata e adeguata all’obiettivo, potrà fondere tanto i processi di digestione anaerobica per la produzione del bio-metano che quelli aerobici per la realizzazione del compost.

Francesco Escalona
Architetto territorialista
Co-responsabile del Comitato scientifico
Green Italia


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