mercoledì 11 luglio 2018

La città metropolitana della Baia di Napoli (2)


Una nuova forma democratica e green per la metropoli mediterranea del terzo millennio.


 Un'Idea riecheggia in questi giorni in iniziative Politiche e Culturali come se fosse nuova:
la città metropolitana sarà una nuova grande Città: un'alleanza di Territori e di Comunità.
Una Capitale del mediterraneo.
La nuova metropoli dovrà nascere rinsaldando un patto tra città e territori preziosi raccolti intorno a una baia.
La baia di Napoli e la cintura degli antichi ex casali agricoli. Sarà un Patto tra Sistemi Territoriali di Sviluppo.


Da qualche giorno si muovono in tal senso anche le Istituzioni, le Università. Presentandola come un'idea originale.    
Ma non è così.
Questa Idea, una grande idea, parte dalla valorizzazione di un patrimonio collettivo già esistente.
Nacque con la Visione strategica contenuta nel Piano Territoriale Regionale (PTR) - un documento di pianificazione e programmazione pluriennale avviato da una Giunta di centro sinistra e approvato in Consiglio regionale all’unanimità anche col voto della successiva maggioranza di centro destra - e oggi un Patrimonio di tutti.
Un Patrimonio che noi Green abbiamo contribuito a realizzare in questi anni e che difendiamo con forza.
Un Patrimonio fatto di una Visione condivisa e di una Pianificazione strategica.
Un patrimonio prezioso e irrinunciabile perché contiene la Visione conclamata della nuova Campania plurale.
Una visione per il suo sviluppo durevole e sostenibile composta dall'alleanza di 45 Sistemi Territoriali di Sviluppo (STS).

I STS sono stati identificati una decina di anni fa per  tutti i territori delle regione Campania a partire da due dati fondamentali: la  Geografia e le Comunità.
Ma tenendo conto anche delle tante storie di programmazione negoziata sorte dal basso negli ultimi venti anni che hanno risvegliato dall'oblio i territori spingendoli a ripensare a storia e alleanze.  
Si è trattato perciò, innanzitutto, di una storia di recupero della memoria e delle radici campane; di una storia di progettazione territoriale costruita dal basso.

Nel Piano, ad ogni STS corrisponde un Territorio identificabile e riconoscibile con un nome e una Dominante di Sviluppo desunta dalla storia territoriale, con particolare riferimento, come si diceva sopra, all’esperienza più che decennale della Programmazione negoziata che ha visto il formarsi e il radicarsi di coalizioni  territoriali “naturali”, conclamate, che nel tempo si stanno sempre più “auto identificandosi”, definendosi e precisandosi a partire dalle più antiche esperienze dei Patti territoriali, dei GAL, dei PIT, dei Parchi  regionali e nazionali, dei Pirap e così via.


Nella stessa ottica, anche la nuova Città Metropolitana di  Napoli può leggersi così:
formata dal Centro storico di Napoli e dagli 8 STS che la cingono. Da nove territori raccolti intorno alla baia di Napoli e abbracciati dall'antica Campania Felix.
Una terra straordinaria da recuperare alla sua Ragione prima. Cosa possibile perché le terre vulcaniche sono terre ricche e ancora oggi rappresentano una quota notevole, più del 60%, dell'importante produzione agricola della Campania.

La nuova metropoli de' La baia di Napoli - in questo articolo la chiameremo così - si compone, quindi, come un grande mosaico:
8 Sistemi Territoriali di Sviluppo (STS) e 4 grandi Municipalità in cui, per omogeneità dimensionale, viene composta la città di Napoli.
Solo a titolo esemplificativo elenchiamo le zone omogenee identificate: quattro grandi Municipalità per la  Napoli storica: Centro storico, area orientale, area occidentale, area collinare e, poi, la Penisola sorrentina, la Città del Miglio d’oro, la Città vesuviana, la Città flegrea, la Città del giuglianese, la Città del fare, la Città di nord, la città nolana.
Territori, dunque,  con diversa natura e vocazione, ma equivalenti, riuniti per comporre un’unica Città intorno alla baia.
Una grande linea ferroviaria metropolitana, moderna, veloce e accattivante come poche in Europa, raccorda già  questi 12 sistemi territoriali. E lo farà di più tra qualche anno quando saranno conclusi i lavori di raccordo e completamento.   
Una sorta di fibra ottica che congiungerà veloce gli assi di fruizione e visita e i nodi di distribuzione:
le brillanti stazioni saranno sempre più le Nuove porte verso i territori.

Ai territori interni tocca un doppio ruolo strategico primario: essere la porta nord della città e soprattutto l'area dell'innovazione con la grande e moderna stazione di Afragola, motore giovane della  metropoli, con la nuova industria, le aree commerciali, i quartieri residenziali.
Sarà l’area della trasformazione e della modernità.
Un’area che dovrà, perciò, su questa base, essere oggetto di una grande strategia di riqualificazione urbana e ambientale: oggetto di un Grande piano strategico.
Un Grande programma integrato di rifondazione urbana, di riqualificazione sociale ed economica partecipata. Di ristrutturazione urbanistica, riorganizzazione funzionale e ridisegno del paesaggio agricolo e industriale.
Un’area degradata, ma proprio in virtù di questo foriera di un grande potenziale sviluppo.
Il motore giovane e propulsivo della baia.
Potrebbe essere il nuovo vessillo, la terra protagonista della trasformazione socioeconomica della nuova città metropolitana della baia di Napoli.
Il Luogo di una grande azione urbana e territoriale, del ripristino della “rete ecologica urbana”, dei nuovi boschi. Raccordando senza soluzione di continuità aree agricole, boschive e aree  dismesse da reinterpretare.

Un territorio che, insieme alla Strategia per le aree interne, dovrebbe rappresentare l’Asse portante del nuovo Programma comunitario 2020/30.
Ciò richiede per questa parte della Città metropolitana un nuovo assetto di government tra Stato, regione, città metropolitana e comuni.
Un grande Patto.

Sognata così, disegnata così, la città metropolitana sarà un’Alleanza di territori e di Comunità, diverse ed equipollenti.
Terre riunite a mosaico nella nuova entità territoriale con le proprie storie, le proprie caratteristiche, il proprio paesaggio.
Nuovo assetto istituzionale descritto dallo Statuto che, aggiornato con le nuove Visioni, dovrà rappresentare questa alleanza.
8 Sistemi Territoriali di Sviluppo (STS) e 4 Municipalità  cittadine.
F2  - Area flegrea
F3  - Miglio d’oro
C7  - Comuni vesuviani
D3  - Sistema urbano Napoli (centro storico, colline, Napoli est e Napoli ovest)
F5  - Isola d’Ischia
C8  - Giuglianese
E1  - Nord est
E2  - Nord
E3  - Nolano

La massima innovazione potrà essere raggiunta se lo Statuto rivisitato esprimerà congruità e coerenza massima tra i Sistemi Territoriali di Sviluppo STS che comporranno la metropoli e i collegi elettorali.
Tutto ciò per garantire nel Consiglio metropolitano la migliore rappresentatività di tutte le Comunità che storicamente la compongono.  

Un ulteriore rafforzamento dell’assetto democratico della città metropolitana si potrà avere con l'auspicata elezione del Sindaco a suffragio universale e con il disegno dei nuovi collegi elettorali territoriali coerenti coi  territori e con le Comunità della baia ovvero, come suddetto, con i STS e con le parti omogenee, le nuove Municipalità riformate che comporranno coerentemente la città Napoli facendo in modo che ogni Municipalità metropolitana abbia una suo carattere forte e una dimensione paragonabile alle altre. 

Riassumendo:
in questa ipotesi, così come rappresentata, avremmo 8 Territori e 4 municipalità urbane.  
In seguito 12 municipalità metropolitane.
Considerando un Consiglio metropolitano composto da 24 consiglieri più il Sindaco metropolitano  eletto a suffragio universale, la città di Napoli eleggerebbe 8 consiglieri su 24. Ovvero, un terzo del Consiglio.
Questa modalità, da inserire nella riforma dello Statuto, potrebbe davvero garantire la corretta rappresentatività democratica di tutte le comunità della metropoli.



In sintesi, e concludendo, solo abbandonando l’asfittico dibattito finora perpetuatosi, – costruito su posizionamenti tattici e strategici dei vari gruppi politici, e rilanciando, invece, una visione ariosa, aperta al contributo di idee creative, ad esempio col contributo di artisti, poeti, pittori e scrittori; categorie del lavoro e del sociale, ma anche dei territori, delle associazioni e delle tante comunità -  solo col coinvolgimento entusiasta dei cittadini, degli abitanti, degli imprenditori e dei lavoratori della Baia di Napoli, potremo comunicare a noi stessi, e al mondo intero, che la nuova città  metropolitana è nata e ha preso forma.

Una Metropoli nuova nata con l'orgoglio e la consapevolezza della sua grande Bellezza dovuta alla forza dei vulcani, al mare che la circonda, alle fertili campagne che la cingono, alle tre isole che la abbracciano.
Una metropoli che si carichi in questa fase storica, responsabilmente, del suo fondamentale ruolo, del plurimillenario destino di Terra Madre del Mediterraneo e del Meridione d’Italia.

leggi la parte 1

Francesco Escalona
co-presidente del Comitato Tecnico Scientifico - Gente Green

Nessun commento:

Posta un commento